FERDINANDO BARISON: L'INCONTRO CON L'ESPERIENZA SCHIZOFRENICA. L'UNICITA' DI OGN di ABBONIZIO M. (CUR.); BALLABIO M. (CUR.)
FERDINANDO BARISON: L'INCONTRO CON L'ESPERIENZA SCHIZOFRENICA. L'UNICITA' DI OGN - ABBONIZIO M. (CUR.); BALLABIO M. (CUR.)

FERDINANDO BARISON: L'INCONTRO CON L'ESPERIENZA SCHIZOFRENICA. L'UNICITA' DI OGN

ABBONIZIO M. (CUR.); BALLABIO M. (CUR.)

GIOVANNI FIORITI EDITORE

20,00
  • Collana: PSICOPATOLOGIA   nà 0
  • Data di pubblicazione: 12/05/20
  • Prezzo di listino: 20,00
  • Disponibilità: Non presente in libreria
  • Reperibilità: Reperibile in pochi giorni
  • ISBN: 9788898991990

Abstract / quarta di copertina

Ferdinando Barison (1906-1995). Direttore dell'Ospedale psichiatrico di Padova, dal 1947 al 1971. Nei venticinque anni in cui ha diretto l'Ospedale psichiatrico padovano, si è prodigato nel trasformarlo rendendolo uno degli ospedali "più moderni e avanzati". È stato uno dei protagonisti della psichiatria di settore, combattendo nel corso degli anni '60 e '70 sul fronte di una riforma radicale dell'assistenza psichiatrica, ed è stato il primo Direttore in Italia a introdurre in ospedale la Psicologia Clinica. Professore stabilizzato di Neuropsichiatria Infantile presso la facoltà di Medicina dell'Università di Padova (sezione staccata di Verona) dal 1969 al 1976, e Psicopatologia presso la facoltà di Psicologia di Padova. Nel 1963 ha fondato e diretto la rivista Psichiatria generale e dell'età evolutiva e, nello stesso anno, è diventato presidente dell'A.M.O.P.I. (Associazione Medici Ospedali Psichiatrici Italiani). La ricchissima produzione scientifica di Barison che spazia dalla neurologia, alla neuropsichiatria infantile e all'organizzazione assistenziale, ha due filoni di preminente interesse: la schizofrenia ed il Rorschach. La sua originalità non scaturisce solo da genialità e passione, ma trova il suo fondamento nella scelta radicale di dare sempre preminenza all'esperienza dell'incontro con il paziente. Scriveva attingendo innanzitutto da esperienze personali e dei suoi collaboratori e solo in un secondo momento consultava la letteratura. Credeva che ogni esperienza dialogica riproponesse quel novum, quel plus che lo appassionava.