NON E' MIA MADRE. FREUD, SEVERINO E LA NEGAZIONE CHE AFFERMA di PULLI GABRIELE
NON E' MIA MADRE. FREUD, SEVERINO E LA NEGAZIONE CHE AFFERMA - PULLI GABRIELE

NON E' MIA MADRE. FREUD, SEVERINO E LA NEGAZIONE CHE AFFERMA

PULLI GABRIELE

MORETTI E VITALI

10,00
  • Collana: NARRAZIONI DELLA CONOSCENZA   nà 1
  • Data di pubblicazione: 26/11/20
  • Prezzo di listino: 10,00
  • Disponibilità: Non presente in libreria
  • Reperibilità: Reperibile in pochi giorni
  • ISBN: 9788871868080

Abstract / quarta di copertina

«Quando Freud intende l'espressione di un suo paziente, «non è mia madre», come «è la madre» non compie un atto arbitrario, e neanche un atto inconfutabile nel senso debole e negativo della parola, nel senso di un'affermazione che presuppone l'inconfutabilità invece che fondarla. Il paziente si riferiva alla figura di un sogno e non aveva detto per esempio "non è mia madre, perché è mia sorella" o qualsiasi altra persona. Si trattava cioè di una figura di non facile decifrazione, come spesso avviene nei sogni, e non di una figura più determinata, come pure avviene nei sogni, sicché talvolta si dice a qualcuno: "stanotte ti ho sognato". In quel caso, allora, il problema non era che cosa fosse la figura del sogno, ma a cosa facesse pensare. L'espressione «non è mia madre», in assenza dell'aggiunta "è mia sorella" o un'altra qualsiasi persona, va intesa come "non mi fa pensare a mia madre". Ma non si può dire di non pensare alla propria madre, o a qualsiasi altra persona o cosa, senza pensarci: l'atto del dire di non pensarci implica necessariamente il pensarci. Ciò vuol dire che la negazione freudiana è una negazione che afferma nello stesso modo in cui nell'opera di Severino la negazione dell'esser sé e non poter diventare altro da sé di tutto ciò che è una negazione che afferma [...]. Se la verità che Severino indica è una verità incontrovertibile in quanto è affermata anche dalla propria negazione, ciò risulta valere anche per la negazione freudiana...» (Dalla Conclusione)