ETNOPSICOANALISI COMPLEMENTARISTA di DEVEREUX GEORGES; ANCORA A. (CUR.)
ETNOPSICOANALISI COMPLEMENTARISTA - DEVEREUX GEORGES; ANCORA A. (CUR.)

ETNOPSICOANALISI COMPLEMENTARISTA

DEVEREUX GEORGES; ANCORA A. (CUR.)

FRANCO ANGELI

31,00
  • Macrosettore: PSICHIATRIA
  • Settore: ETNOPSICHIATRIA
  • Collana: SCIENZE E SALUTE   nà 5
  • Data di pubblicazione: 12/12/13
  • Prezzo di listino: 31,00
  • Disponibilità: Disponibile in libreria
  • Reperibilità:
  • ISBN: 9788820456320

Abstract / quarta di copertina

Considerato uno dei pionieri della etnopsichiatria, Devereux è stato fra i maggiori rappresentanti di quel filone di pensatori che, sulla scia del Freud "antropologico", ha cercato di sviluppare i rapporti fra psicoanalisi e le altre scienze. Questo è un testo "classico" in cui l'autore assurge al ruolo di vero e proprio maestro guida che aiuta i terapeuti a osservarsi e interrogarsi.

ISBN: 9788820456320 - La riproposizione di questo testo, quarant'anni dopo la prima pubblicazione in Italia, ci consente di riprendere un percorso tracciato dall'autore, originale, complesso e ancora molto attuale. Il lavoro di Devereux, uno dei pionieri della etnopsichiatria, ha attraversato vari campi del sapere, dalle scienze cosiddette esatte - la fisica di Bohr, la chimica di Marie Curie - a quelle umane - la etnopsicoanalisi di Géza Róheim, l'antropologia di Marcel Mauss e C. Lévi Strauss, la sociologia di Roger Bastide. Uomo di attraversamenti, di frontiera e frontiere non solo geografiche ma anche disciplinari - fu chimico, fisico, grecista raffinato, etnologo, psicoanalista, scrittore - fra i maggiori rappresentanti di quel filone di pensatori che, sulla scia del Freud "antropologico", ha cercato di sviluppare i rapporti fra psicoanalisi e le altre scienze. Devereux sosteneva che l'etnopsicoanalisi complementarista ha come obiettivo quello di formulare ipotesi su un dato fenomeno osservato, secondo due modalità esterne (dall'etnologo) ed interne (dallo psicoanalista): le due "letture" sono complementari e non opposte. Gli approcci tradizionali sono stati basati essenzialmente sul preferire un metodo sull'altro. "Il complementarismo non è "una teoria", ma una generalizzazione metodologica, non esclude nessun metodo, nessuna teoria valida, le coordina". Con questa ottica Devereux "legge" diversi fenomeni: dalla psicosi nelle società tradizionali alla tragedia greca, dagli sciamani Mohave alla identità etnica. In questo testo assurge al ruolo di vero e proprio maestro-guida che ci aiuta, nel processo di osservazione, a decentrarci, guadagnando così quella distanza utile a ri-dimensionarci, "a farci periferia", per vedere meglio come si vive "ai confini dell'Impero" (anche dei nostri pensieri!). Ogni terapeuta sa che costruire un dialogo, vuol dire rapportarsi con tutte le parti centrali e periferiche, altrui e nostre. Questo viaggio proposto da Devereux diventa alla fine una straordinaria occasione di far "diventare centrali tanti pensieri e tante persone periferiche".